Anche le persone vaccinate all’estero avranno il green pass

Il ministero della Salute ha da poco tempo diffuso una circolare a proposito delle modalità di rilascio del green pass, in base alla quale le persone che sono iscritte al Servizio sanitario nazionale e sono guarite in un Paese straniero avranno la possibilità di richiedere e ottenere il green pass nel caso in cui dovessero tornare in Italia. Lo stesso discorso vale anche per chi si è vaccinato contro il Covid all’estero. La circolare estende tale facoltà anche ai familiari conviventi, a prescindere dal fatto che risultino registrati o meno presso il servizio sanitario.

Quale procedura seguire per ottenere il green pass

Che cosa bisognerà fare, dunque, per vedersi rilasciare la certificazione? Molto semplicemente sarà necessario rivolgersi all’Azienda sanitaria locale del territorio di riferimento, sulla base delle modalità definite a livello locale (e che quindi possono variare a seconda della Regione). Occorrerà avere con sé un documento di riconoscimento insieme con il codice fiscale e altri documenti: vanno bene sia in formato digitale che in formato cartaceo. A prescindere dal Paese di provenienza, tali documenti devono essere redatti in inglese (vanno bene anche in tedesco solo nel caso della Provincia autonoma di Bolzano). Qualora i certificati siano disponibili in una lingua differente, invece, ci sarà bisogno di una traduzione giurata del certificato vaccinale.

Quali sono i documenti necessari

Ma di che documenti si tratta nello specifico? Nel caso di persone che hanno ricevuto la vaccinazione al di fuori dei confini nazionali, è previsto l’obbligo di fornire un certificato vaccinale che deve essere stato rilasciato dall’autorità sanitaria estera su cui devono essere riportati i dati identificativi del vaccino, quelli del soggetto e quelli dell’autorità sanitaria e dello Stato che ha rilasciato il documento; deve essere presente anche la data di somministrazione. Attenzione, però, perché non tutti i vaccini impiegati contro il Covid a livello mondiale vengono ritenuti validi per ottenere il green pass: sono ammessi solo il Johnson & Johnson, l’Astrazeneca, il Moderna e il Pfizer.

Che cosa bisogna fare se si è guariti all’estero

Per quanto riguarda la trafila che deve essere seguita da coloro che si sono ammalati di Covid e sono guariti al di fuori dal nostro Paese, invece, ci sarà bisogno di fornire un certificato di guarigione, che deve essere prodotto dall’autorità sanitaria del Paese di riferimento: sul certificato devono essere riportati i dati identificativi dell’ente che ha prodotto il documento, la data del primo tampone molecolare positivo, le informazioni relative alla precedente infezione e i dati identificativi del titolare. Chi desidera avere il green pass essendo guarito e essendosi sottoposto solo a una vaccinazione, ovviamente, è tenuto a fornire tutti e due i certificati in modo da dimostrare il superamento della malattia e la relativa immunizzazione.

Tutto quello che c’è da sapere sulla documentazione per il green pass: i limiti di tempo

Qualora solo la prima dose di vaccino sia stata ricevuta all’estero, sarà possibile chiedere e ottenere il green pass unicamente nel caso in cui i termini di validità previsti non siano già scaduti, ricordando che per Astrazeneca il limite massimo per la seconda dose è di 84 giorni, mentre per Pfizer e Moderna è di 42 giorni (quello di Johnson & Johnson, invece, è un vaccino a dose unica). I servizi sanitari regionali metteranno a disposizione una funzionalità apposita per il Sistema tessera sanitaria, e il personale addetto dovrà essere abilitato dall’amministratore di sicurezza locale del Sistema.

Come si ottiene il green pass

Ma qual è la specifica procedura che deve essere seguita per ottenere il green pass? Per accedere al lasciapassare è necessario avere a disposizione il codice di autorizzazione che viene inviato una volta che i dati relativi al ciclo di vaccinazione completato sono stati inseriti nel sistema. Questo codice può essere spedito via sms o anche comunicato con un messaggio di posta elettronica; in alternativa chi ha scaricato sul proprio telefono l’app Immuni può trovarlo anche lì. Il codice va inserito sul sito web Dgc.gov.it, ricordando che servirà anche la tessera sanitaria. Ovviamente se non si è in possesso della tessera sarà sufficiente avere a portata di mano lo stesso documento di identità che è stato impiegato e fornito in fase di richiesta.

Cosa fare se ci si è vaccinati in due Paesi diversi

Nel caso in cui il ciclo di vaccinazione sia stato iniziato in un Paese straniero e poi completato in Italia con la seconda dose somministrata in un punto vaccinale regionale, non bisogna preoccuparsi di nulla: sarà il sistema vaccinale regionale stesso a fornire all’Anagrafe nazionale vaccini l’informazione relativa; a quel punto tutto sarà a posto, con la trasmissione del codice.

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