Come proteggere un marchio dalla contraffazione

La contraffazione rappresenta una grande minaccia per l’innovazione, la crescita economica, il benessere sociale e la salute, sia in Italia che all’estero.

Di certo, rappresenta un serio fattore di rischio per gli affari di qualsiasi azienda, piccola o grande che sia. Purtroppo, le imprese tendono a sottovalutare il problema e investono poco nell’unico strumento realmente capace di contenere i danni: la registrazione del marchio.

Il marchio è come uno scudo a difesa dell’azienda: rende immediatamente riconoscibili agli occhi dei consumatori prodotti e servizi, indicandone la provenienza, e aiuta l’azienda stessa a veicolare il proprio messaggio e a distinguersi dai concorrenti. Su registrareunmarchio.it sono presenti molteplici articoli utili per approfondire ogni aspetto.

Registrare un marchio presso gli enti competenti è dunque l’unico modo per difendersi dai tentativi di contraffazione e proteggere la reputazione aziendale.

I diversi tipi di marchi

Un marchio è valido soltanto nel Paese in cui se ne fa richiesta. Possiamo distinguere tre tipologie di marchio, in base all’estensione territoriale assunta:

  • Marchio nazionale. In Italia, l’elaborazione della domanda è presa in consegna dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. Se accettata, il marchio proteggerà l’azienda da qualsiasi tentativo di contraffazione all’interno dei confini italiani.
  • Marchio europeo. Dopo aver ottenuto la tutela a livello nazionale, il titolare del marchio può richiederne l’estensione anche a livello europeo presso gli uffici dell’EUIPO, l’Ufficio per la Proprietà Intellettuale dell’Unione Europea.
  • Marchio internazionale. Se l’intenzione è quella di tutelare i propri beni o servizi nel commercio internazionale, ci si può rivolgere alla WIPO, l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale. La domanda, se accettata, tutela il marchio aziendale in 117 Paesi, tutti quelli che hanno sottoscritto il Protocollo di Madrid.

In che modo la registrazione del marchio contrasta la contraffazione

La registrazione di un marchio permette di accedere a degli efficaci strumenti di sorveglianza e monitoraggio in via preventiva per combattere la contraffazione.

In Italia, come disposto dal Regolamento UE n. 608/2013, il proprietario di un marchio regolarmente registrato può richiedere l’intervento dell’Agenzia delle Dogane qualora nutrisse il sospetto che delle merci contraffatte stiano varcando i confini italiani e danneggiando gli affari. L’Agenzia delle Dogane controllerà le merci segnalate per un anno, prorogabile, e le bloccherà nel caso intercettasse un illecito.

Qualora l’importatore ammetta che si tratti di articoli contraffatti, al blocco delle merci ne segue la distruzione. Se invece respinge le accuse, il titolare del marchio può procedere all’accertamento dell’attività di contraffazione e, se il procedimento si conclude in suo favore, distruggere in un secondo momento la merce segnalata.

Un secondo strumento per difendersi dalla contraffazione e tutelare il marchio è quello dei procedimenti cautelari dell’Autorità Giudiziaria. I procedimenti cautelari sono misure tempestive, che ben si adattano alle esigenze di business di una realtà aziendale.

Qualora sussistano ragioni di urgenza, infatti, un’impresa può richiedere l’intervento di un giudice civile e, nel giro di 2 settimane fino a un massimo di 4 mesi, ottenere in via cautelare il sequestro dei beni su cui aleggia il sospetto di contraffazione.

Se le condizioni lo richiedono, è inoltre possibile ottenere dal giudice un provvedimento inibitorio che impedisca al contraffattore di proseguire la sua attività. Se l’ingiunzione non viene rispettata, quest’ultimo sarà tenuto a pagare una sanzione per ogni giorno in più di attività e per ogni ulteriore illecito.

La contraffazione online

Con l’espansione del commercio elettronico, la contraffazione ha trovato terreno fertile anche nell’online. Nel web, le attività contraffattive riguardano in particolar modo la registrazione di nomi di dominio fasulli e la vendita di prodotti sotto falso marchio sui marketplace online.

La registrazione di domini falsi avviene essenzialmente con due modalità: attraverso il cybersquatting, una pratica che consiste nel registrare il nome di dominio di un brand noto con diverse estensioni, come per esempio brand.com, brand.net, brand.it ecc; oppure attraverso il typosquitting, che consiste nella registrazione del dominio di un brand famoso, ma con qualche leggera modifica.

Per esempio amzon.com, al posto di amazon.com. L’obiettivo dei truffatori è quello di ricavare denaro traendo in inganno i malcapitati di turno, inducendoli a cliccare su banner e pubblicità a pagamento.

Come per la contraffazione offline, anche quella online può essere contrastata mediante appositi strumenti.

In passato, la tutela del marchio online poteva essere fatta soltanto manualmente, in maniera dispendiosa e tutt’altro che incisiva; oggi, invece, grazie ai più recenti software di intelligenza artificiale, i servizi di sorveglianza sono stati automatizzati e resi più efficienti che mai in termini di risultato, tempi e costi.

Per concludere, la tutela del brand e del business di un’azienda passa per la registrazione del marchio.

In mancanza di un marchio registrato, ci si espone a tentativi sempre più sofisticati di contraffazione, sia offline che online.

Il consiglio è dunque quello di rivolgersi con tempestività a uno studio o a una società specializzati nelle procedure a difesa della proprietà intellettuale e nella gestione di portafogli marchi aziendali.

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