Il mese di Dicembre del 2019 passerà alla storia per essere quello in cui si sono registrati i primi casi di contagio legati al virus SARS-CoV-2, più comunemente conosciuto come “Coronavirus”. Dopo i drammatici mesi iniziali, circa un anno dopo la registrazione dei primi contagi sono stati messi in commercio, una volta completato l’iter previsto dalle normative internazionali, alcuni vaccini. Grazie a essi e alle pratiche personali e comunitarie messe in atto si è iniziato a registrare un progressivo cambio di passo nell’avanzata del virus; per tale motivo è stato necessario introdurre dei mezzi che consentissero di monitorare e controllare lo status generale dell’epidemia ed è qui che è entrato in gioco il cosiddetto “Green Pass”.
Il Certificato Verde dell’Unione Europea
Il 20 Maggio scorso il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’UE raggiungono un accordo sul “Certificato COVID digitale dell’Unione Europea” ovvero una prova digitale attestante che una persona soddisfa una delle seguenti opzioni: A) vaccinata contro la patologia da COVID-19; B) provvista di un risultato negativo al test; C) guarita dalla patologia. Il certificato è ottenibile in formato digitale e/o cartaceo, presenta un codice QR scansionabile, è gratuito, disponibile nella lingua nazionale e in inglese, sicuro, protetto e valido in tutti i paesi UE, nonché in altri che hanno stabilito accordi in tal senso con l’Unione Europea, come il Marocco.
Spetta alle autorità nazionali rilasciare il Pass; quest’ultimo, tanto nella sua forma cartacea quanto nella digitale dispone di un codice QR contenente le informazioni essenziali e una firma digitale per garantirne l’autenticità; gli Stati membri hanno concordato un modello comune che può essere utilizzato per le versioni sia elettroniche che cartacee al fine di facilitarne il riconoscimento.
In caso di viaggio, il titolare del certificato viene – di norma – esonerato dalle restrizioni alla libera circolazione e non subisce ulteriori restrizioni di viaggio, a meno che esse non siano necessarie e proporzionate per tutelare la salute pubblica; dovesse verificarsi un caso di questo tipo, per esempio come risposta a nuove varianti del virus, lo Stato applicante è tenuto ad informare la Commissione e tutti gli altri Stati membri e a giustificare tale decisione.
I certificati di vaccinazione vengono rilasciati a una persona vaccinata, indipendentemente dal vaccino effettuato, ovviamente per i vaccini che hanno ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’UE. Gli Stati membri hanno poi facoltà di estendere questa possibilità anche ai viaggiatori dell’UE che hanno ricevuto un altro vaccino. Quattordici giorni dopo aver ricevuto l’ultima dose di un vaccino COVID-19 approvato per tutta l’UE, le persone completamente vaccinate in possesso del certificato COVID digitale vengono – in condizioni standard – esentate dai test o dalla quarantena relativi ai viaggi; la stessa cosa vale per le persone guarite.
Per quanto concerne i cosiddetti “test rapidi”, invece, gli individui con esito negativo a quegli esami riportati nel modello del certificato COVID digitale dell’UE vengono comunemente esentati da eventuali prescrizioni di quarantena, a meno che provengano da zone gravemente colpite dal virus. Gli Stati membri hanno concordato un periodo di validità standard per i test: 72 ore per i test PCR e, se accettati dallo Stato membro, 48 ore per i test antigenici rapidi.
Passando al campo privacy, è bene sottolineare come il certificato contenga informazioni fondamentali quali nome, data di nascita, data di rilascio, informazioni pertinenti su vaccino/test/guarigione e identificativo unico; essi, tuttavia, rimangono sul Green Pass e non sono memorizzati o conservati quando questo viene verificato in un altro Stato membro; vengono controllate solo la validità e l’autenticità del certificato, accertando da chi è stato rilasciato e firmato. Tutti i dati sanitari sono conservati nello Stato membro che ha rilasciato il certificato COVID digitale dell’UE.
Leggermente diversa è la situazione per quanto riguarda i vaccinati all’estero, come si può ben vedere qui: https://16pagine.it/anche-le-persone-vaccinate-allestero-avranno-il-green-pass/ .
I provvedimenti del governo italiano
Recepite le normative comunitarie sopra illustrate, il Governo italiano è intervenuto in ambito nazionali con due provvedimenti a distanza di circa un mese uno dall’altro: il primo ha introdotto l’obbligo del Green Pass per accedere o svolgere diverse attività (dai ristoranti al chiuso alle palestre passando per i convegni ecc.) a partire dal 06 Agosto; il secondo rende invece necessario il certificato per tutti i lavoratori sia pubblici che privati a partire dal 15 Ottobre. Da questo punto di vista, il compito di vigilare e supervisionare spetterà ai datori di lavoro e, quindi, sarebbe bene poter contare su mezzi efficaci, sicuri e precisi per semplificare e automatizzare questo compito.
Controllare Green Pass in modo semplice ed efficace
Uno dei metodi più veloci e pratici per effettuare quest’operazione sarebbe quello di utilizzare lo smartphone. La software house Valeprog ha implementato questa possibilità nell’app di sua produzione, come è spiegato in maniera approfondita nella pagina di questo link: https://valeprog.it/blog/controllo-accessi-con-greenpass/.
Con l’ultimo aggiornamento dell’applicazione è possibile sfruttare il Green Pass, previo inserimento della data di nascita dei detentori del certificato all’interno del database online dell’azienda, per registrare le presenze, andando così a sostituire la lettura di badge e QR code ordinari; così facendo, viene controllata la validità del Green Pass e, se superata, la data di nascita precedentemente inserita viene impiegata per identificare la persona e registrarne il relativo ingresso o uscita.
Il Green Pass può essere sfruttato anche per tenere nota degli accessi dei visitatori, non inseriti nel database. Attivando un’apposita opzione presente sempre nel database cloud della su citata ditta è possibile fare in modo che alla lettura di un Certificato Verde venga registrato l’accesso come visitatore della persona e vengano memorizzati nome e cognome presenti sul passaporto vaccinale.
Oltre questa possibilità, l’azienda Valeprog mette a disposizione anche un dispositivo stand-alone con lettore di codici QR integrato e la possibilità di azionare l’apertura di una porta o tornello grazie al relè inserito all’interno.
Preme sottolineare come nessun dato sensibile venga memorizzato dall’app: si controlla la validità del Green Pass e, se la verifica ha esito positivo, viene registrato l’ingresso, nel caso della funzione di timbratura, o l’accesso con nome e cognome, nel caso del registro visitatori.
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